Secondo il rapporto del Programma alimentare mondiale, nell’ottobre 2024 e a causa delle restrizioni del regime israeliano, le Nazioni Unite hanno potuto soddisfare solo meno del 30% del fabbisogno di Gaza. Secondo il portale Pars Today, nel nord di Gaza, dopo 40 giorni di totale assedio, senza cibo e acqua, solo quando il regime di Tel Aviv è stato minacciato con l'embargo di armi, ha permesso a tre camion di aiuti di arrivare a Beit Hanoun. Ma mentre il cibo veniva scaricato per la distribuzione, Israele ha aperto il fuoco sulla folla, costringendo le famiglie affamate a fuggire. Ad altri camion non è stato permesso di consegnare aiuti alla gente di Jabalia e Beit Lahia, dove i bambini sono stati costretti a mangiare l'erba per sopravvivere.
Da maggio, il regime israeliano ha rilasciato meno di 30 permessi su oltre 300 richieste per i camion di aiuti di entrare a Gaza. Questo mese (novembre), il portavoce delle Nazioni Unite Stephane Dujarric ha annunciato che il regime israeliano aveva respinto 27 delle 31 missioni umanitarie pianificate, e le sole quattro missioni autorizzate hanno subito "gravi interruzioni". Il risultato di questa situazione è stata la chiusura di panifici e cucine nel nord di Gaza, la sospensione degli aiuti nutrizionali e la mancanza di carburante per il funzionamento degli ospedali e degli impianti idrici e fognari.
Ogni volta che il regime israeliano ha dovuto permettere, sotto la pressione internazionale, ai camion di cibo di entrare a Gaza, ha trasformato i centri di distribuzione alimentare nelle trappole mortali. Uno di questi crimini ha avuto luogo il 29 febbraio 2024 in via Al-Rashid. Il giorno prima era stata pubblicata la notizia che camion carichi di farina si stavano dirigendo verso il nord di Gaza. Centinaia di uomini e donne affamati si sono radunati nel luogo designato, piazza Nablus.
Alle 4:30 del mattino successivo, le luci del camion iniziarono a lampeggiare in lontananza, la loro luce irruppe nella fredda oscurità mattutina. L'eccitazione si diffuse tra la folla frustrata. Le donne piangevano ed erano felici che presto i loro figli avrebbero avuto da mangiare. Man mano che i camion si avvicinavano, le loro luci diventavano più luminose, illuminando la speranza e l’angoscia impresse sui volti di coloro che aspettavano.
I camion hanno superato il checkpoint dell'IDF ed sono entrati nella piazza, con il rombo dei motori che faceva a gara con lo stomaco affamato della folla. Uomini e donne affamati si avvicinarono con cautela ai camion e, in quel momento, il rumore degli spari ruppe il silenzio del freddo mattino.
La popolazione dispersa era l'obiettivo dei carri armati e dei cecchini israeliani di stanza nell'area. In un attimo la speranza si trasformò in terrore e i sacchi di farina si macchiarono del sangue degli affamati. Almeno 118 civili sono stati uccisi e più di 750 persone sono rimaste ferite.
In quanto punto designato e coordinato tra le Nazioni Unite e Israele, piazza Nablus è stata testimone del massacro di Ard, che non è stato né il primo né l'ultimo esempio di interruzione nella consegna e distribuzione degli aiuti da parte di Israele. Circa tre settimane prima di questo incidente, il 5 febbraio, le fregate israeliane attaccarono i camion di cibo per il nono giorno consecutivo. Ad aprile, i droni israeliani hanno preso di mira veicoli contrassegnati appartenenti alla Global Central Kitchen, uccidendo sette operatori umanitari.
Oltre alla “politica pianificata da Israele per distruggere il sistema sanitario di Gaza”, le Nazioni Unite hanno dichiarato che Gaza è il luogo più pericoloso per gli operatori umanitari. Il 2024 è diventato l’anno più mortale per il personale delle Nazioni Unite da quando l’organizzazione è stata fondata nel 1945, con oltre 320 operatori umanitari uccisi dall’ottobre 2023.
Oltre al massacro degli aiuti alimentari, il regime israeliano ha preso di mira anche le forze di polizia locali che sorvegliavano i camion degli aiuti. Senza la sicurezza della polizia, una combinazione di fame diffusa e disperazione potrebbe aprire la strada all’attacco e al saccheggio dei convogli umanitari da parte di gruppi armati e mercenari organizzati dalle agenzie di sicurezza israeliane, portando a un completo collasso della legge e dell’ordine. Ciò fa parte della più ampia strategia di Israele volta a distruggere completamente le strutture sociali e culturali della società.
A causa degli attacchi contro le guardie dei camion umanitari, la polizia ha smesso di fornire servizi di sicurezza a questi convogli. Pertanto, il regime sionista è riuscito a impedire la consegna degli alimentari di cui aveva autorizzato l’ingresso. David Satterfield, l’ambasciatore nominato dall'amministrazione Biden, per coordinare la consegna di aiuti, ha detto che "da quando la polizia si è ritirata è diventato praticamente impossibile portare assistenza a Gaza in sicurezza, a causa delle bande criminali".
Lo scorso fine settimana, il 23 novembre, il regime israeliano ha inaspettatamente permesso a 109 camion di aiuti, senza guardie di sicurezza, delle Nazioni Unite di entrare a Gaza. Secondo la CNN, questo convoglio, che avrebbe dovuto entrare a Gaza domenica, ha dovuto cambiare -all'ultimo momento- il percorso e partire sabato.
Immediatamente dopo aver attraversato il confine, in un'area sotto il controllo e la supervisione dell'esercito israeliano, un gruppo armato locale ha attaccato il convoglio e ha sparato ai camion. Secondo un autista, carri armati e droni israeliani erano presenti vicino al luogo dell'attacco e stavano osservando. In breve tempo, 97 dei 109 camion di soccorso destinati alla popolazione affamata furono catturati da questo gruppo armato. È interessante notare che l’esercito israeliano, che di solito spara sui civili senza preavviso, ha permesso a questo gruppo armato di operare liberamente e sotto la sua supervisione. Interrogato su questa inazione, l’esercito di occupazione israeliano ha affermato che non era loro responsabilità proteggere i convogli umanitari.
Nel frattempo, l’amministrazione Biden ha ipocritamente esortato Israele a “fermare temporaneamente l’assalto militare a Gaza”, ponendo contemporaneamente il veto alle risoluzioni del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite per un cessate il fuoco. Fino a mercoledì 20 novembre, gli Stati Uniti erano l’unico voto contrario (14 a 1) contro l’ultima risoluzione. Nel frattempo, gli Usa tramite il suo Segretario di Stato, Anthony Blinken, hanno esercitato pressioni su Israele affinché quest'ultimo consenta gli aiuti umanitari a Gaza dal novembre 2023, mentre allo stesso hanno fornito bombe e attrezzature che Israele utilizza per imporre il blocco totale sull'enclave palestinese.
L’amministrazione Biden ha svolto un ruolo centrale nel caos architettato e creato da Netanyahu e nel genocidio in corso a Gaza, chiudendo gli occhi sui crimini dei coloni ebrei contro i villaggi palestinesi in Cisgiordania e sull'invasione sionista in Libano. La complicità del governo americano nel facilitare i crimini contro l’umanità non dovrebbe essere ignorata o sottovalutata. Qualsiasi mandato di arresto emesso dalla Corte penale internazionale sarà insufficiente a meno che anche i complici americani ed europei di Netanyahu non vengano processati per il ruolo che hanno svolto in questi crimini.